Contraffazione, per il fisco un danno reale di 5,3 miliardi


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Contraffazione, per il fisco un danno reale di 5,3 miliardi
Autore: Fisco Oggi - Gianluca Di Muro - aggiornato il 22/04/2009
N° doc. 10904

Contraffazione, per il fisco un danno reale di 5,3 miliardi

A tanto ammonta la perdita che subisce l'erario italiano dal mercato della contraffazione sempre più globale
Cinque miliardi e 281 milioni di euro. A tanto ammonta, per essere precisi, il danno che subisce l'erario italiano dal mercato della contraffazione. La cifra è stata calcolata dal Censis nel contesto di una ricerca dal titolo "Il fenomeno della contraffazione nel mondo e le ricadute sul mercato italiano: gli scenari e le strategie di contrasto" presentata oggi a Roma nella sede del Senato. Un fenomeno globale che, in base alla stima effettuata, produce una perdita considerevole, tra imposte dirette e indirette.
Il metodo utilizzato per la stima
Ma come è stata condotta la ricerca per arrivare a calcolare un danno così marcato per le casse dello Stato? Innanzitutto i dati utilizzati fanno riferimento, per dichiarazioni fiscali, studi di settore e aliquote utilizzate, all'anno d'imposta 2005 mentre per quelli riguardanti le entrate del bilancio dello Stato al 2007. L'approccio metodologico utilizzato tiene conto, ai fini dell'incidenza sul gettito, di tre diversi elementi: le imposte, la tipologia di reddito, l'applicazione del carico fiscale per tipologia di reddito. Le imposte prese in considerazione sono Ire, Ires, Irap e Iva mentre non figurano quelle di competenza regionale (ad esclusione dell'Irap), l'imposta di bollo sugli autoveicoli e le addizionali regionali e comunali all'Irpef e le ritenute fiscali per Ire su reddito che derivano da lavoro dipendente e autonomo applicate dai datori di lavoro sui compensi. Quanto alle tipologie di reddito, la ricerca considera quale prima categoria di reddito quella che deriva da attività d'impresa mentre per le imposte indirette il gettito riguarda l'Iva evasa sugli scambi generati dal mercato della contraffazione.
L'incidenza sul fatturato e sulla produzione
Soltanto in Italia il mercato del falso ha fatturato, nel 2008, secondo la stima riportata nello studio del Censis, 7 miliardi e 107 milioni di euro. La cifra fa riferimento esclusivamente al mercato interno senza considerare tutte quelle merci contraffatte che partono dall'interno verso l'estero. Questo significa che se fosse possibile riportare sul mercato legale il fatturato complessivo della contraffazione, si otterrebbe un surplus di produzione, tra diretta e indotta, pari a 18 miliardi di euro circa. Tradotto in microcifre per ogni euro sottratto al mercato della contraffazione la produzione aggiuntiva che si potrebbe generare nell'economia nazionale legale sarebbe pari a 2,5 euro. Il tutto stimolando acquisti di materie prime, semilavorati, servizi senza poi trascurare l'attivazione di nuova occupazione regolare, dato che le unità di lavoro impegnate nella filiera del falso sono circa 130mila.
I prodotti più contraffatti
Sempre secondo le risultanze dello studio, i settori in cui la contraffazione produce danni economici e sociali ingenti e può avere effetti mortali per i consumatori sono quello farmaceutico, della produzione alimentare e dei ricambi auto. Il settore più colpito, in termini di valore, è quello dell'abbigliamento e degli accessori (2,6 miliardi di euro) seguito dal comparto cd, dvd e software (più di 1,6 miliardi) e i prodotti alimentari (oltre 1,1 miliardi).
Il contrasto alla contraffazione
61.365 operazioni effettuate nel 2007, 39.066 sequestri e 70,9 milioni di prodotti sequestrati dalle forze di polizia, 17,5 milioni dalle dogane, 14.318 persone denunciate, 21.299 sanzionate, 1.522 arrestate. Sono queste le cifre dell'attività italiana di contrasto al commercio di beni contraffatti che utilizza metodi sempre più sofisticati.
Le stime elaborate dall'Ocse
200 miliardi di dollari, pari al 7 per cento del valore del commercio mondiale, è la somma globale di prodotti contraffatti nel mondo. La cifra, che peraltro non tiene conto dei prodotti acquistati entro i confini nazionali di tutti i Paesi e dei prodotti che sono distribuiti illegalmente via internet, è stata fornita dall'Ocse, l'organizzazione internazionale per la cooperazione e lo sviluppo, a cui aderiscono 30 Stati membri.
Le strategie per combattere il fenomeno
Legislazione costantemente aggiornata, cooperazione tra organismi pubblici e privati, campagne di comunicazione finalizzate a far conoscere i rischi cui si va incontro acquistando prodotti contraffatti, nuove tecnologie. Sono queste le linee guida lungo le quali si devono muovere le strategie che, secondo la ricerca, rappresentano la risposta più efficace a un fenomeno in crescita per numero e tipologia di prodotti. Nello studio del Censis, tra l'altro, viene espresso particolare apprezzamento all'uso che l'Italia sta facendo delle nuove tecnologie. Il riferimento è alla tracciabilità del farmaco, introdotta in Italia nel 2003, e che permette, attraverso un bollino di identificazione a lettura ottica, di seguire in una banca dati centralizzata tutte le fasi di vita del prodotto. Un sistema che ha inferto un duro colpo al mercato della falsificazione dei prodotti medicinali nella rete distributiva nazionale.
 
Gianluca Di Muro - pubblicato il 22/04/2009
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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