Istituiti i codici tributo che consentiranno di versare, con il modello F24, l'addizionale all'Irpef e all'Ires da applicare sui redditi derivanti dalla produzione, distribuzione, vendita e rappresentazione di materiale pornografico e dalle trasmissioni televisive che "approfittano" della credulità popolare, la cosiddetta "tassa etica" o, più comunemente, "porno tax".
L'imposta aggiuntiva è fissata nella misura del 25% del reddito complessivo netto corrispondente alla somma dei ricavi e dei compensi derivanti da queste attività, decurtata dell'ammontare dei componenti negativi relativi a beni e servizi utilizzati per lo svolgimento delle medesime attività.
I codici, individuati con la risoluzione n. 107/E del 22 aprile, hanno come riferimento di legge l'articolo 31, comma 3, del Dl 185/2008 (decreto "anticrisi"), che ha rimodulato la norma istitutiva dell'addizionale (articolo 1, comma 466, della legge 266/2005 - Finanziaria 2006), aggiungendo ai soggetti che operano nell'ambito della pornografia anche quelli "che utilizzano trasmissioni televisive volte a sollecitare la credulità popolare che si rivolgono al pubblico attraverso numeri telefonici a pagamento" a carico di chi chiama. Inequivocabile, naturalmente, l'allusione a presunti maghi, fattucchiere, cartomanti e chiunque altro cerchi di far presa sulle persone attraverso credenze magiche, astrologiche e simili.
Per materiale pornografico, invece, si intendono "i giornali quotidiani o periodici, con relativi supporti integrativi, e ogni opera teatrale, letteraria, cinematografica, audiovisiva o multimediale, anche realizzata o riprodotta su supporto informatico o telematico, in cui siano presenti immagini o scene contenenti atti sessuali espliciti e non simulati tra adulti consenzienti" (Dpcm 13 marzo 2009).
Sono sei, i seguenti: