Federalismo fiscale: parte il conto alla rovescia.


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Federalismo fiscale: parte il conto alla rovescia.
Autore: Stefano Latini - aggiornato il 03/08/2007
N° doc. 3797
03 08 2007 - Edizione delle 17:00  
 
La parola passa al Parlamento

Federalismo fiscale: parte il conto alla rovescia

Approvato dal Consiglio dei Ministri il disegno di legge
 
Il disegno di legge, che riassume i tratti fondamentali e le linee guida che dovrebbero accompagnare l’introduzione del Federalismo fiscale nel nostro Paese, ha incassato oggi, dopo settimane di confronto, il via libera definitivo del Consiglio dei Ministri. Al ritorno dalla pausa estiva, sarà compito del Parlamento introdurre eventuali ulteriori modifiche prima di sancirne l’adozione finale. Soddisfatto il ministro dell’Economia Tommaso Padoa-Schioppa, secondo il quale il testo licenziato oggi dal Consiglio dei Ministri rappresenta “..una buona base”, anche in considerazione del fatto che, come ha ricordato il Ministro, “la Costituzione americana venne sì scritta in sole sei settimane’’ ma lasciandosi dietro una lunga fila di questioni e di nodi altrettanto fondamentali ma sostanzialmente irrisolti. Pregio invece del testo approvato oggi è che, nonostante le opinioni divergenti, i punti dirimenti sono tutti ben esplicitati, così come l’indicazione delle loro possibili soluzioni. Un quadro che tuttavia non soddisfa le regioni.
"Sul testo di cui disponiamo – ha detto il presidente della conferenza delle regioni Vasco Errani - esprimiamo ancora un giudizio negativo. La scelta del governo va comunque presa come una sfida per accelerare il confronto e giungere ad una sintesi positiva”. La parola ora passa al Parlamento che dovrà trovare una formulazione in grado di conciliare le esigenze dello Stato e quelle delle Regioni. Il disegno di legge delega definisce i principi ed i criteri direttivi per la disciplina del sistema di finanziamento delle istituzioni regionali e locali nel rispetto dell'autonomia finanziaria di entrata e di spesa garantita a comuni, province, città metropolitane e regioni, nonché dei principi di solidarietà e di coesione sociale, in maniera da sostituire gradualmente, per tutti i livelli istituzionali, il criterio della spesa storica. Vengono inoltre dettate regole per il coordinamento della finanza pubblica, stabiliti criteri per l'istituzione e l'applicazione di tributi propri da parte degli enti territoriali, disciplinati criteri di riparto delle risorse da assegnare agli enti locali con finalità perequative e di efficienza delle amministrazioni, indicati i criteri per l'attribuzione di risorse aggiuntive, definiti i criteri di finanziamento di Roma Capitale della Repubblica.

La novità dell’autonomia differenziata
Tra le maggiori novità, e nodi del contendere, rispetto a quanto era stato inizialmente prospettato, ha acquisito un profilo sostanziale il concetto di “autonomia differenziata”. In pratica, la possibilità che lo Stato, su sollecitazione delle Regioni, autorizzi il trasferimento sotto la loro potestà legislativa anche di materie concorrenti.

Federalismo? Questione di fisco
Un ruolo centrale nella definizione della nuova infrastruttura federale che ridisegnerà i rapporti tra Stato, Regioni e Comuni, è rivestito dalla redistribuzione e dal transito delle risorse sui bilanci degli enti locali e dal potere di istituire nuove tasse. A questo riguardo, è previsto che spetterà ai Governatori stabilire eventuali tributi regionali o locali, naturalmente in riferimento a materie non soggette a imposizione statale.

Riaffermata la centralità delle Regioni
Potranno inoltre indicare gli ambiti entro i quali riconoscere agli enti locali aree di autonomia tributaria. La centralità delle Regioni nella riforma che oggi ha ricevuto il disco verde del Consiglio dei Ministri, è sottolineata dal fatto che ad esse sarà garantito il finanziamento integrale delle funzioni fondamentali dei comuni più piccoli e di dimensioni minori, dettate dalla misura di indicatori legati al a livelli demografici e a alle funzioni svolte. In altre parole, il coordinamento della finanza locale assumerà un doppio profilo.

Spazio a Roma Capitale
Per il finanziamento di funzioni associate al ruolo di capitale della Repubblica, la riforma oggi approvata dal Consiglio dei Ministri prevede di destinare quote di tributi erariali aggiuntive. In questo modo si offre una soluzione rispetto ad una questione, quella relativa al profilo particolare che le capitali rivestono oramai all’interno dei confini statuali di ogni Paese, non soltanto dell’Italia, che da tempo era posto in agenda in attesa di una risposta.
 
Stefano Latini
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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