Il Garante vieta al settimanale 'Chi' la pubblicazione delle foto dei familiari di Flavio Cattaneo.


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Il Garante vieta al settimanale 'Chi' la pubblicazione delle foto dei familiari di Flavio Cattaneo.
Autore: Garante della privacy - aggiornato il 25/11/2005
N° doc. 982
Comunicato stampa - 24 novembre 2005   
 

Il Garante vieta al settimanale "Chi"  la pubblicazione delle foto dei familiari di Flavio Cattaneo

"Dignità e riservatezza delle persone devono essere rispettate sempre, soprattutto quando si tratta di minori. Non si possono pubblicare foto e informazioni di persone estranee a vicende di cronaca e che nulla hanno a che fare con l’essenzialità della notizia".

Con un severo richiamo al rispetto delle norme sulla privacy e alla deontologia professionale il Garante ha vietato al settimanale "Chi" la pubblicazione di fotografie ed informazioni relative ad alcuni congiunti e ai figli minori di Flavio Cattaneo.

Nei giorni scorsi il settimanale, nel dare notizia di un presunto legame sentimentale del manager, aveva pubblicato un articolato servizio fotografico, commentato da un giornalista, in cui comparivano i componenti della sua famiglia ritratti in alcuni momenti di vita privata. Oltre alle immagini della moglie, della suocera e dei figli, di cui uno ben riconoscibile perché il volto era solo parzialmente oscurato, il settimanale ha pubblicato numerosi altri dati personali e le foto del luogo di residenza e della palazzina di famiglia.

Nel riconoscere la fondatezza della segnalazione presentata dai coniugi Cattaneo, il Garante ha giudicato l'articolo profondamente lesivo della riservatezza delle persone coinvolte.

Le garanzie riconosciute dal Codice della privacy e dal codice deontologico della professione giornalistica comportano il dovere per il giornalista di diffondere dati personali solo nei limiti dell'essenzialità della notizia ed evitare, quindi, qualunque riferimento a persone non interessate ai fatti. La notorietà di Flavio Cattaneo, poi, non affievolisce i diritti dei suoi familiari ed in particolare dei figli. Il giornalista ha sempre il dovere di considerare il diritto alla riservatezza dei minori come primario e di non pubblicare nomi, immagini o altri particolari i grado di renderli identificabili.

Roma, 24 novembre 2005

 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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