Il viceministro Visco lancia l'operazione 'Trasparenza fiscale'.


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Il viceministro Visco lancia l'operazione 'Trasparenza fiscale'.
Autore: Agenzia delle Entrate - aggiornato il 17/05/2007
N° doc. 3347
17 05 2007 - Edizione delle 18:00  
 
Conferenza stampa

Il viceministro Visco lancia l’operazione “Trasparenza fiscale”

Nel 2004 il 50 per cento delle società di capitali dichiara perdite o utili pari a zero mentre, per il fisco, i dipendenti sono più ricchi dei percettori di redditi d’impresa
 
Il 50 per cento delle società di capitali dichiara un reddito negativo o nullo, solo il 5 per cento dei contribuenti Iva raggiunge un volume d’affari superiore al milione, mentre le persone fisiche dichiarano in media 16.780 euro. I dati, relativi ai redditi 2004, sono stati illustrati oggi dal vice ministro dell’Economia Vincenzo Visco nel corso di una conferenza stampa. Visco ha annunciato una nuova stagione di “trasparenza fiscale” in cui una serie di dati elaborati dal dipartimento delle Politiche Fiscali sarà messa periodicamente a disposizione del Parlamento, degli studiosi e dell’opinione pubblica “per consentire un dibattito basato sulla conoscenza”. I dati, ha sottolineato, “confermano una situazione ampiamente nota”, che potrà essere modificata solo attraverso operazioni di “ampliamento della base imponibile e interventi di razionalizzazione e redistribuzione”.

Relativamente all’Irpef, dai dati emerge che il 95 per cento degli italiani dichiara meno di 40mila euro l’anno e solo lo 0,7 per cento ha un reddito superiore a 100mila euro. In pratica circa 15 milioni di contribuenti dichiara un reddito inferiore a 10mila euro mentre solo 700mila sono quelli che superano i 70mila euro l’anno. Stando alle dichiarazioni, i dipendenti guadagnano in media più dei percettori di redditi d’impresa. Si passa da 18mila a 13.800 euro l’anno. In mezzo i pensionati con 12.250 euro l’anno. Nel complesso a pagare l’Irpef in Italia sono 40,5 milioni di persone fisiche, il 70 per cento della popolazione. Il 90 per cento dei contribuenti con redditi più bassi paga il 45 per cento dell’imposta totale mentre il restante 10 per cento paga il 55 per cento dell’imposta totale.
“Ci sono - ha rilevato Visco commentando i dati - fasce di disagio rilevanti. Nel nostro Paese il livello di reddito è più basso che nella media europea. L’unica soluzione è una crescita stabile dell’economia” .

Quanto alle imprese dai dati emerge che il 70 per cento non arriva a 50mila euro, il 79 per cento dell’attività d’impresa è svolta da persone fisiche e società di persone. In termini di volumi, invece, le società di capitali realizzano l’80 per cento del volume d’affari Iva. Tra le società di capitali predominano le Srl (l’83,4 per cento). La dimensione delle società di capitali è piuttosto limitata: più del 50 per cento delle società ha un totale di componenti positivi Irap minore di 500mila euro, e solo l’1 per cento ha una dimensione superiore ai 50 milioni. La distribuzione dell’imposta è molto concentrata sulle imprese di dimensioni maggiori: il 53 per cento dichiara solo il 7,5 per cento dell’imposta, mentre lo 0,7 per cento il 50 per cento dell’imposta netta. Soltanto un numero limitato di imprese ha aderito, nel primo anno di adozione, al consolidato, anche se l’entità del reddito imponibile e dell’imposta netta è rilevante.
Soffermandosi sul fatto che una società di capitali su due dichiara un reddito nullo o in perdita, Visco, pur rilevando che “l’evasione è elevata” e il fenomeno è all’attenzione dell’Amministrazione finanziaria, ha invitato alla prudenza. “In molti casi - ha detto- si tratta di aziende familiari”. Gran parte del gettito, ha aggiunto, “arriva dalle grandi società. Un fenomeno che non si verifica solo in Italia, ma nella gran parte del mondo”.

Il vice ministro rispondendo ai giornalisti si è anche soffermato su alcuni temi di attualità come la riduzione dell’Ici sulla prima casa e l’andamento del gettito.
“Sull’Ici - ha sottolineato - c’è una discussione e una sensibilità molto forte. Vi è un dibattito tra le forze politiche, ci sono proposte da valutare. Comunque ogni decisione dovrà tener conto delle compatibilità finanziarie”. Quanto all’ipotesi di innalzare l’esenzione sulla casa di abitazione, Visco ha anche ricordato che “già esiste un abbattimento che esclude il 40 per cento dei contribuenti nei piccoli comuni. Una quota che si assottiglia fino all’8 per cento nelle città con più di 500mila abitanti. Un intervento sull’Ici fatto in modo da annullare o rendere omogenea la differenza fra i comuni può avere un effetto redistributivo di qualche rilevanza e comunque può avere effetto sulla disponibilità di reddito delle famiglie”.

Quanto al gettito Visco ha sottolineato che dopo l’exploit del 2006 che ha registrato circa 10-12 miliardi di extragettito “spiegabile solo con la tax compliance”, quest’anno “gli incrementi percentuali saranno necessariamente inferiori”. E ciò perché, ha spiegato, “man mano che si recupera diventa sempre più difficile trovare aree di evasione. Ci vorrà più tempo ma le cose dovrebbero proseguire bene”. In ogni caso, Visco ha sottolineato che nei primi quattro mesi dell’anno gli incassi dall’F24 sono aumentati del 5 per cento. Un dato che sale al 6,5 per cento, se si esclude dal calcolo il gettito derivante dalle società energetiche che, a causa del mite inverno e dei bassi consumi, hanno fatto registrare un crollo dell’Iva e delle accise. Comunque, ha assicurato Visco, “si tratta di dati coerenti con quello che ci aspettavamo. Una valutazione più puntuale potrà essere fatta solo dopo i versamenti legati alle prossime dichiarazioni dei redditi”.
 
r.fo
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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