L'eterno balletto dei vip con il Fisco.


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L'eterno balletto dei vip con il Fisco.
Autore: Stefano Latini - aggiornato il 12/02/2008
N° doc. 7703
12 02 2008 - Edizione delle 15:00  
 

L'eterno balletto dei vip con il Fisco

Flash luminosi e palcoscenici stracolmi di luci e di bagliori da un lato, e le ombre del Fisco e i chiaroscuri delle dichiarazioni dei redditi dall'altro. Così si potrebbe riassumere la querelle oramai antica, si pensi che Charlie Chaplin già conosceva bene la quiete fiscale elvetica, che vede confrontarsi i vip con le tasse. A questo riguardo anche le cronache italiane non fanno sconti. Nel '99, per esempio, l'agenzia delle Entrate ridisegnò i conti a Luciano Pavarotti che, dopo aver duellato con il Fisco, decise di versare all'erario 25 miliardi di vecchie lire rinunciando alla residenza nel Principato di Monaco. Ma la seduzione esercitata sui vip italiani dalla rocca dei Ranieri non si esaurisce con il caso di Big Luciano. Infatti, tra i protagonisti dell'esodo italiano verso Montecarlo compare anche il nome del ciclista Mario Cipollini, che avrebbe dribblato il Fisco dimenticando di versare le imposte dovute dal 2000 al 2004 per un ammontare complessivo di 5 milioni di euro, in quanto residente nei confini del Principato, dove Cipollini fin dal 1995 ha trasferito la propria residenza. Peraltro, in questo caso ulteriori accertamenti in tema di imposte e tasse sono stati avviati anche in riferimento agli anni precedenti al 2000 che vanno dal '95 al 1999, mentre al momento la saga di SuperMario si chiude con un elenco di beni, incluse coppe e biciclette, che le Entrate hanno provveduto a pignorare per ricondurre e assicurare alla collettività almeno una parte del dovuto. Non si sa mai.

Gli irriducibili e la new-entry Lele Mora
Ma la lista dei nomi si allunga, dato che oltre a Cipollini meriterebbero una menzione speciale anche i motociclisti Max Biaggi e Loris Capirossi, che non hanno mai dato segni di cedimento e di rinuncia al loro credo monegasco, continuando imperterriti a sostenere di vivere la quotidianità del Principato. Ed ecco poi sopraggiungere a chiudere il cerchio Lele Mora, il manager dei vip che ha dimenticato di versare al fisco 5,6 milioni di euro. In fondo, questa new entry non è inattesa, considerata infatti la cronaca della danza tra vip e Fisco; l'arrivo del loro manager anzi suona quasi come il coronamento d'un sogno, una sorta di ricongiungimento contabile.

La storia delle paci fatte con il fisco prima dell'era Valentino Rossi
Un folto gruppo però, a differenza degli irriducibili, ha scelto di seguire la strada vergata da Pavarotti scegliendo di venire a patti con il Fisco. Tra questi, per esempio, Andrea Bocelli che, utilizzando il condono di Tremonti del 2003, ha deciso di far ritorno a casa, in Italia, ponendo fine al contenzioso. Ad accomiatarsi dagli orizzonti colorati del Principato e ad optare per le cartoline ha provveduto anche Katia Ricciarelli, i cui rapporti con il Fisco si sono definitivamente rinsaldati. Anche Alberto Tomba, dopo essersi cimentato in anni di slalom tra imposte e tasse, ha risolto i suoi dilemmi fiscali versando all'erario 10 miliardi di vecchie lire, mediando rispetto a una frode fiscale il cui confine era di circa 23 miliardi, sempre contabilizzati nel conio passato, dei quali però malauguratamente soltanto 2,5 risultavano posti in risalto nelle diverse dichiarazioni dei redditi presentate nel corso degli anni. Una dimenticanza indotta dalla scelta sbagliata degli sci oppure da inattese gibbosità della pista, o ancora, da un eccesso di ghiaccio sul bordo? Chissà. Nessuno spazio invece ai sorpassi inattesi o alle curve impreviste e ai ripensamenti fiscali nel caso di Valentino Rossi che proprio oggi ha fatto il suo reingresso nella progressività ordinaria della contabilità democratica del Paese. Anche questo, in un certo modo, equivale a tagliare un primato.

Vip e Tasse, una storia senza frontiere
Ma una cosa è certa, l'incompatibilità tra tasse e vip non interessa soltanto il Bel Paese. E' sufficiente osservare quanto avviene in altri Paesi per averne la certezza. In Germania, per esempio, Boris Becker è stato condannato a due anni di carcere con la condizionale e a 500mila euro di multa per aver evaso circa 1,7 milioni di euro tra il '91 e il '93, sostenendo anche in questo caso una residenza monegasca. Affermazione che il Fisco tedesco a rispedito al mittente con l'aggiunta di una sostanziosa richiesta di pagamento. Più sfortunata la campionessa Steffi Graf che, per porre fine alla vertenza con il Fisco di Berlino, ha dovuto versare un'ammenda ancor più abbondante. E chiudiamo con Niki Lauda che, pur abituato a velocità improbabili, non è riuscito a tagliare il traguardo prima che lo facesse il Fisco tedesco.

 
Stefano Latini
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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