Manutenzione degli archivi storici: ordinamento e inventario agevolati


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Manutenzione degli archivi storici: ordinamento e inventario agevolati
Autore: Fisco Oggi - Alessandra Gambadoro - aggiornato il 02/04/2009
N° doc. 10831

Manutenzione degli archivi storici: ordinamento e inventario agevolati

Rientrano tra le attività per le quali è possibile usufruire delle agevolazioni fiscali previste per i beni vincolati
I privati proprietari, possessori o detentori di archivi di rilevante interesse storico possono detrarre dall'Iperf o dedurre dal reddito d'impresa le spese sostenute per ordinare e inventariare tali beni. Le due attività, sulla base delle definizioni previste dal nuovo Codice dei beni culturali e delle precisazioni del competente Ministero, rientrano tra quelle relative alla manutenzione delle cose vincolate per le quali il Tuir (articoli 15, comma 1, lettera g), e 100, comma 2, lettera e) prevede le suddette agevolazioni fiscali. Le spese devono essere obbligatorie per legge o considerate "necessarie" secondo una certificazione rilasciata dalla competente Sopraintendenza, dopo aver accertato, d'accordo con l'ufficio del Territorio, la loro congruità.
Il chiarimento delle Entrate, contenuto nella risoluzione n. 93/E del 2 aprile 2009, è rivolto al quesito posto dalla direzione generale per gli Archivi del ministero per i Beni e Attività culturali (Mibac), secondo cui i privati possessori di tali beni storici possono usufruire della detrazione Irpef del 19% o della deduzione dal reddito imponibile in relazione alle somme versate per le attività di ordinazione e inventariazione.
L'Agenzia concorda con la soluzione prospettata, precisando che il nocciolo della questione è stabilire se effettivamente le due attività in oggetto rientrano tra quelle di manutenzione, protezione o restauro, per le quali il Tuir attribuisce i benefici fiscali.
Per formulare il proprio parere, l'Amministrazione finanziaria si basa su un'attenta disamina delle disposizioni contenute nel Codice dei beni culturali e delle indicazioni fornite dallo stesso Mibac.
Il Codice precisa che la conservazione del patrimonio culturale si ottiene attraverso una costante attività di studio, prevenzione, manutenzione e restauro. A tal fine, i possessori o i detentori, pubblici o privati, di archivi su cui è stato imposto il vincolo storico culturale, hanno dei precisi obblighi di conservazione e inventariazione degli stessi.
Il ministero, inoltre, puntualizza che l'ordinamento è il "complesso delle operazioni necessarie per dare un'organizzazione sistematica alle unità archivistiche", mentre l'inventariazione viene descritta come "la stesura di uno strumento di ricerca che descriva tutte le unità archivistiche di un fondo ordinato, non solo per finalità scientifiche ma anche ai fini dell'individuazione giuridica e della salvaguardia dei beni".
Quindi - prosegue la risoluzione - entrambe sono riconducibili alla definizione di conservazione, o meglio di manutenzione, espressa dal Codice, in quanto assolvono alla "funzione di mantenere integra l'efficienza funzionale e l'identità del bene e delle sue parti nonché la funzione di protezione e fruizione delle fonti documentarie che non sarebbe possibile in una condizione di disordine e abbandono"
 
Alessandra Gambadoro - pubblicato il 02/04/2009
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