Riforma Ires, la Commissione Biasco chiude i lavori.


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Riforma Ires, la Commissione Biasco chiude i lavori.
Autore: Chiara Ciranda e Alfonso Lucarelli - aggiornato il 03/07/2007
N° doc. 3592
03 07 2007 - Edizione delle 16:30  
 
La relazione presentata questa mattina in conferenza stampa

Riforma Ires, la Commissione Biasco chiude i lavori

Visco: "possibile la riduzione dell'aliquota"
 
Superamento delle asimmetrie nella tassazione di dividendi e plusvalenze esenti. Meno ostacoli per l'ammissione al consolidato nazionale e nuovi criteri per regolare l'impatto dei principi contabili internazionali sulla normativa fiscale. Soppressione della Thin capitalization come norma antielusiva in favore di un nuovo meccanismo per la deducibilità degli interessi e reintroduzione della Dual income tax (Dit) con alcuni correttivi. Sono solo alcune delle indicazioni contenute nel "libro bianco" sulle imposte per le società presentato questa mattina dal viceministro Vincenzo Visco e da Salvatore Biasco, presidente della Commissione di studio sull'Ires istituita nel giugno 2006.

Nel corso di una conferenza stampa, il viceministro ha presentato le conclusioni alle quali è giunta la Commissione. Un lavoro portato avanti, per un anno, attraverso il confronto con i rappresentanti delle imprese e gli studiosi della materia, nella convinzione che "la coerenza e la sistematicità dell'infrastruttura normativa, la sua intelligibilità, il riconoscimento delle sue finalità e il consenso, ma anche la salvaguardia degli interessi dell'erario" costituiscono un bene pubblico.
Quanto al taglio delle aliquote recentemente auspicato da più parti, potrebbe effettivamente essere contenuto nella legge delega sulla rimodulazione delle imposte per le società, ma non senza un allargamento della base imponibile.
"Verificheremo con il mondo delle imprese la fattibilità di questa operazione", ha detto Vincenzo Visco ai giornalisti, "una riduzione robusta delle aliquote avrebbe un impatto positivo sul sistema economico".

Tornando alle proposte, la Commissione ravvisa la necessità di riportare al 5 per cento la tassazione sulle plusvalenze che hanno i requisiti per l'esenzione e di introdurre, per le partecipazioni non esenti, un regime generalizzato di irrilevanza delle minusvalenze, con tassazione sostitutiva e moderata delle plusvalenze.
Quanto al consolidato nazionale, viene suggerito di allargare le casistiche per l'ammissione e di limitare i casi di interruzione del regime. Allo stesso tempo, la Commissione propone di confermare il regime di trasparenza con l'allargamento dell'opzione anche in presenza di soci costituiti da società non residenti.
E a proposito di Ias (i principi contabili internazionali che regolano la redazione del bilancio delle società quotate), il suggerimento è quello di "desistere dall'impostazione di neutralità fiscale" per tendere, invece, a un sistema in grado di attuare una derivazione più completa dell'imponibile fiscale dalle risultanze del bilancio Ias.

Nella relazione, anche l'ipotesi di reintrodurre la Dit: il sistema di tassazione differenziato potrebbe però essere applicato per alcuni casi specifici e con alcune modifiche rispetto a quello precedente. A questo proposito, la Commissione raccomanda l'adozione della forma Ace (Allowance for corporate equity), che prevede l'esclusione dalla base imponibile di quanto corrisponde al rendimento figurativo degli apporti di capitale.
Quanto alla norma sulla Thin capitalization, ovvero la norma a contrasto della sottocapitalizzazione della società rispetto all'attività d'impresa esercitata (articolo 98 del Tuir), se ne suggerisce la soppressione come norma antielusiva e la sostituzione "con un diverso meccanismo di indeducibilità degli interessi che cresca progressivamente" oltre a una certa soglia del rapporto debito/patrimonio netto (soglia entro la quale tutti gli interessi sono deducibili).

Nella relazione, infine, ampio spazio è dedicato ai temi della competitività e della crescita del sistema impresa, che va incoraggiata non con singoli interventi, ma con disposizioni "strutturali e sistemiche" in grado di favorire fusioni e incorporazioni che accrescano le dimensioni delle aziende, una maggiore apertura al mercato dei capitali (soprattutto a beneficio delle piccole e medie imprese) e sempre più significativi investimenti in ricerca e sviluppo. Tutto ciò - scrive la Commissione - "anche in rapporto con le riforme fiscali programmate o attuate in altri paesi europei", dato che "è in corso in Europa una competizione fiscale per l'attrazione nel territorio di fattori produttivi e delle basi imponibili, che, in parte riguarda gli ordinamenti, ma che si indirizza soprattutto verso l'aliquota nominale di tassazione della società".

Da qui l'affermazione di Visco sulla disponibilità del governo a ridurre l'aliquota dell'Ires, oggi al 33 per cento, se le imprese rinunceranno a una parte degli incentivi. Il modello, ha spiegato il viceministro, "potrebbe essere quello tedesco".

 
Chiara Ciranda e Alfonso Lucarelli
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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