Un bilancio a prova di sprechi.


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Un bilancio a prova di sprechi.
Autore: Gianluca Di Muro - aggiornato il 05/11/2007
N° doc. 4586
05 11 2007 - Edizione delle 17:00  
 
Oggi a Roma nella sede della Ragioneria Generale

Un bilancio a prova di sprechi

È in questa prospettiva che si inquadra la nuova struttura del documento contabile dello Stato
 
Tempi duri per le Amministrazioni che non utilizzano al meglio delle loro possibilità le risorse a disposizione per conseguire le finalità pubbliche. Con il disegno di legge di bilancio 2008, basato su previsioni di spesa articolate per missioni e programmi, lo Stato italiano punta a rispondere in maniera più coerente alle logiche di risultato ma anche a privilegiare l'aspetto e il contenuto funzionale della spesa. In termini pratici questo significa permettere al Parlamento e ai cittadini di essere più consapevoli delle scelte pubbliche effettuate sia sotto il profilo della quantificazione che della rispondenza al programma di governo in un quadro di maggiore democraticità.

Il capitolo delle entrate
Nell'ambito del processo di riclassificazione del bilancio dello Stato è stata effettuata anche la revisione dello stato di previsione delle entrate. L'obiettivo è armonizzarlo, per le entrate extra-tributarie, alla nuova struttura dalla spesa e di migliorare la qualità delle informazioni fornite dal documento. Quattro sono i livelli di aggregazione su cui si articola la classificazione delle entrate. Al primo si conferma la suddivisione in titoli con le entrate tributarie, quelle extra e quelle che derivano dalla alienazione, ammortamento di beni patrimoniali, riscossione crediti e dall'accensione dei prestiti. Al secondo livello, invece, è stata introdotta la distinzione tra entrate ricorrenti e non, fondamentali per le analisi di politica di bilancio e di finanza pubblica che hanno importanza per le valutazioni dello stato dei conti dell'Italia da parte degli organi dell'Unione europea. Al terzo livello ci si sofferma sulla tipologia delle entrate e per quelle tributarie le voci continuano a essere rappresentate dai tributi più importanti (imposta sui redditi, Ires e Iva) e raggruppamenti di tributi con caratteristiche analoghe (es. imposte sui generi di monopolio). Per i rimanenti titoli, invece, le entrate sono state aggregate per tipologia (ad esempio proventi speciali, redditi da capitale, entrate che derivano da servizi resi dalla Pa) secondo un criterio che rende più chiaro e significativo il contenuto. Al quarto e ultimo livello figurano, invece, le entrate che derivano dalla attività ordinaria di gestione e quelle connesse ad attività di accertamento e controllo. La distinzione ha una precisa funzione: individuare tra le entrate relative a un determinato tributo o aggregato di tributi, la quota che si riferisce ai versamenti effettuati spontaneamente dai contribuenti dalla quota connessa all'attività di accertamento e controllo svolta dall'Amministrazione fiscale finalizzata alla lotta all'evasione.

Dalla gestione delle risorse agli interventi
Come ha sottolineato il ragioniere generale dello Stato, Mario Canzio, le innovazioni introdotte alla struttura del bilancio, sia nella sua concezione che nella rappresentazione, rispondono alla duplice esigenza di "rappresentare gli obiettivi perseguiti dall'azione pubblica e l'entità delle risorse stanziate e di evidenziare l'efficienza operativa del settore pubblico inteso come miglioramento dell'organizzazione produttiva". Per fare questo si è puntata l'attenzione sulle previsioni di spesa che, articolate per missioni e programmi, modificano nella sostanza la precedente struttura basata sull'impianto organizzativo suddiviso per centri di responsabilità amministrativa e aprono la strada a una sistematica revisione dei documenti di bilancio e programmazione. In questo modo l'analisi sistematica delle priorità, dell'efficacia e dei programmi di spesa, permetterà di identificare le aree di inefficienza, i programmi da sostenere e quelli da abbandonare. Contestualmente, grazie al controllo di gestione e alla valutazione dei risultati, si potranno meglio programmare le iniziative e le risorse per il futuro concentrando l'attenzione su obiettivi concretamente verificabili.

Gli interventi sulla legge finanziaria
Canzio ha anche ricordato che gli interventi non sono stati attuati soltanto sul fronte del bilancio ma anche su quello della legge finanziaria. Le linee guida per la preparazione della legge finanziaria per il 2008, contenute nella direttiva del presidente del Consiglio dei ministri del 3 luglio 2007, oltre a razionalizzare il processo di acquisizione delle proposte e di elaborazione delle misure da adottare, contengono precise indicazioni finalizzate a responsabilizzare le Amministrazioni relativamente alla necessità di contenere e riqualificare la spesa. In questo modo alle Amministrazioni è demandato il compito di individuare le risorse utili per finanziare gli interventi prioritari facendo leva in primis sul proprio bilancio e utilizzando le risorse esistenti. Questo significa anche, ha concluso Canzio, che a ogni richiesta di aumento delle risorse, ordinate secondo una scala di priorità, devono corrispondere proposte di risparmi compensativi.

Le differenze rispetto al passato
Paolo Valletta, ispettore generale capo per le Politiche di Bilancio, si è soffermato invece su alcuni aspetti di rilevo che caratterizzano questo processo di rinnovamento. In particolare, l'ingresso nel documento di bilancio di nuove identità contabili, le nuove identità previsionali di base, che individuano le grandi funzioni da svolgere. La rappresentazione delle risorse, ha proseguito Valletta, privilegiando la via funzionale, fonda le previsioni di spesa sulle missioni e i programmi definiti d'intesa con le Amministrazioni centrali dello Stato. Valletta ha anche ricordato che i 5mila capitoli che compongono il bilancio dello Stato sono stati stravolti e modificati e, in questo nuovo contesto, hanno trovato spazio 34 missioni istituzionali e 164 programmi. Uno sforzo che è stato possibile anche grazie al contributo tecnico di Consip a cui si deve la realizzazione del documento contabile realizzato d'intesa con la commissione tecnica di finanza pubblica, la Corte dei Conti, le Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

La lettura del bilancio e le novità

Biagio Mazzotta, direttore Servizio Studi Dipartimentale, si è invece intrattenuto sulla funzione del bilancio decisionale e sulla nuova struttura che è emersa a seguito del processo di riforma. A fronte di quella che è la tradizionale triplice funzione (informativa, ovvero strumento di rappresentazione delle risorse pubbliche, allocativa, cioè di decisione politica ed esecutiva, e non ultima di gestione delle risorse pubbliche) la nuova configurazione mantiene inalterato il disegno del doppio bilancio. Questo significa che continua a rimanere quello politico per la decisione parlamentare (bilancio decisionale) e quello amministrativo per la gestione (bilancio gestionale). Secondo la nuova logica il bilancio che viene sottoposto alla approvazione del Parlamento da un lato identifica e determina le funzioni e gli obiettivi che lo Stato si prefigge di raggiungere e dall'altro circoscrive, sul piano amministrativo-gestionale, i poteri e gli obiettivi di ogni Amministrazione entro cui viene esercitata l'azione dei dirigenti amministrativi.

 
Gianluca Di Muro
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
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